Novara (51)
(già Minerva) fregata corazzata da 52 cannoni

Significato del nome:

Città del Nord Italia che vide, il 23.3.1849, la vittoria del maresciallo austriaco Radetzky sui Piemontesi durante la Prima Guerra d’Indipendenza.

Unità gemelle:

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Cantiere di costruzione:

• nel 1848: Venezia, Arsenale di Venezia;  progettista: Giuseppe Paresi;  impostazione: 20.9.1843;  varo: 4.11.1850;  completamento: 14.6.1851;  ingresso in servizio: 14.6.1851
• nel 1862: Trieste, Stabilimento Tecnico Triestino, Cantiere San Rocco;  impostazione: 5.11.1861;  varo: 20.4.1862;  completamento: 10.7.1862;  ingresso in servizio: 8.8.1862

Dislocamento:

• nel 1848:  2.107,5  tonn.
• nel 1862:  2.500  tonn.,  2.650  tonn. ad allestimento completato

Dimensioni:

• nel 1848: lunghezza fra le perpendicolari: 49,47 m;  lunghezza al ponte di batteria: 50,35;  lunghezza al ponte superiore: 52,30 m; larghezza: 14,21 m;  immersione: 5,93 m;  altezza sul livello del mare: 6,56 m;  altezza dei portelloni dei cannoni sul livello del mare: 2,21 m
• nel 1862: lunghezza fra le perpendicolari: 64,96 m;  larghezza: 14,26 m;  altezza sul livello del mare: 6,56 m;  immersione: 6,00 m; 

Propulsione:

• nel 1848:  superficie velica: 1.829 m²
• nel 1862: 1 motrice costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino; 4 caldaie; 1 elica, originariamente  progettata a 2 pale, durante la costruzione modificata in una a 3 pale che poteva essere disaccoppiata, durante la navigazione a vela, ruotando a vuoto sopra la superficie del mare; potenza: 1.800 Hp

Velocità:

• nel 1848: /
• nel 1862: 12,5 nodi a 60 giri, 10 nodi a 44 giri, 7,5 nodi a 32 giri; combustibile:  218 tonn. di carbone  (sufficiente per 100 ore di navigazione, consumo giornaliero: 46,4 tonn.)

Protezione:

• nel 1848: /
• nel 1862: /

Armamento:

• nel 1848: 38 cannoni da 30 libbre;  4 cannoni Paixhans da 60 libbre
• nel 1857:  30 cannoni da 30 libbre;  1 caronata da 12 libbre;  1 caronata da 6 libbre;  2 cannoni-pistole   girevoli da 1 libbra
• nel 1862: 4 cannoni da 60 libbre;  28 cannoni da 30 libbre in batteria; 3 cannoni Wahrendorf da 24 cm;  16 cannoni da 30 libbre in coperta
• nel 1866: 44 cannoni lisci da 30 libbre;  4 cannoni lisci da 60 libbre; 3 cannoni Wahrendorf a retrocarica da 24 libbre;  2 cannoni da sbarco da 4 libbre
armamento dell’equipaggio:  200 fucili,  100 pistole,  35 revolver,  170 sciabole
• nel 1867: 13 cannoni Wahrendorf da 24 libbre;  32 cannoni da 30 libbre;  2 cannoni da 4 libbre
• nel 1870:  18 cannoni Wahrendorf da 24 libbre;  32 cannoni da 30 libbre;  2 cannoni da 4 libbre
• nel 1871: 33 cannoni Wahrendorf da  24 libbre
• nel 1881: 15 cannoni da 15 cm;  4 cannoni da 7 cm
• infine:  20 cannoni da 15 cm;  6 cannoni da 12 cm;  2 cannoni da 7 cm

Equipaggio:

permanente effettivo: 403 uomini (nel 1848), 352 uomini (nel viaggio del 1857, inclusi gli scienziati), 538 uomini (nel 1866), 456 uomini (nel 1875)

Storia:

Il nome della città che vide la vittoria del maresciallo Radetzky sui Piemontesi nel 1849 durante la Prima Guerra d’Indipendenza fu attribuito, nella storia della k.u.k. Kriegsmarine, a due navi. Dopo questa fregata a vela da 52 cannoni, poi trasformata in una fregata corazzata di 2ª classe nel cantiere “San Rocco” di Muggia (vicino a Trieste) fra il 1861 e il 1862, vi fu un incrociatore leggero costruito nei Cantieri “Danubius” di Fiume.
Nel 1843 fu assunta dall’Imperatore Ferdinando I la decisione di costruire una fregata da 52 cannoni che doveva essere chiamata “Minerva“. Poiché quel nome era già stato assegnato nella k.u.k. Kriegsmarine ad una “peniche” (una chiatta da lavoro), la chiatta in questione fu ribattezzata “Modesta“. La futura fregata “Novara” fu costruita sul modello della “Bellona” (che però era armata con solo 42 cannoni) e fu la prima nave della k.u.k. Kriegsmarine a montare cannoni di quello che si era deciso dovesse essere il calibro standard e cioè 30 libbre. Nel 1845 l’armamento di progetto fu però modificato in 20 pezzi lunghi da 30 libbre in batteria, 4 cannoni da 60 libbre, 16 cannoni corti da 36 libbre e 4 lunghe caronate da 18 libbre in coperta.
Durante i moti della primavera 1848 che riguardarono anche Venezia, la “Novara” fu temporaneamente ribattezzata dagli insorti veneziani, che ne proseguirono comunque la costruzione, con il nome di “Italia“.
Nell’agosto 1849, cessata l’insurrezione, fu deciso, dopo una visita del Feldmaresciallo Radetzky e su proposta degli ufficiali di marina, di assegnarle il nome di “Novara“. Nel 1850 fu nuovamente modificato l’armamento che risultò costituito esclusivamente da cannoni da 30 libbre, i quali vennero da allora chiamati con il nome di “calibro Novara” e da 4 caronate da 60 libbre.
Una volta completata, la fregata fu affidata al comando del capitano di vascello Ladislaus Conte Karolyi. Il 30 luglio 1851 imbarcò, come ufficiale, l’Arciduca Massimiliano (Ferdinand Max), dirigendosi poi nel Mediterraneo Occidentale, toccando Messina, Napoli, Livorno, Cadice, Gibilterra, Malaga e Cartagena. Questo viaggio rimase a tal punto impresso nella memoria del giovane Arciduca che lo stesso fece successivamente arredare una sala nel Castello di Miramar sul modello della cabina che lo aveva ospitato sulla “Novara“.
Il 27 febbraio 1852, la “Novara“, nave ammiraglia della Squadra, al comando del capitano di vascello Friedrich Ivanossich, fu visitata dall’Imperatore Franz Joseph che successivamente presenziò alle manovre della Squadra nel golfo di Trieste. Nell’ottobre 1852 la “Novara“, al comando questa volta del capitano di fregata Josef von Pöltl, ospitò nuovamente l’Imperatore a bordo, questa volta a Fiume.
Nel gennaio 1853, al comando del capitano di vascello Ludwig von Fautz, la fregata era davanti alle Bocche di Cattaro per impedire minacciati sbarchi da parte dell’esercito turco. Nell’agosto 1853, al comando del capitano di vascello Anton Bourguignon von Baumberg, partì per un viaggio nel Mediterraneo Orientale (Cipro, Beirut, Smirne, Costantinopoli), per rientrare a Trieste il 17 ottobre 1854.
Ripartì quasi subito per la Gran Bretagna, imbarcando gli equipaggi per due navi che vi erano in costruzione: la fregata “Radetzky” e il piroscafo “Elizabeth“. Nell’agosto-settembre 1855, sempre al comando del capitano di vascello Josef von Pöltl, incrociò nell’Adriatico.
L’anno successivo, in considerazione delle sua robusta struttura, la “Novara” venne prescelta per compiere il giro del mondo a vela: una missione che aveva motivazioni politiche (il “mostrare la bandiera”), ma anche scientifiche. Promotore del viaggio fu il commodoro Bernhard von Wüllerstorf-Urbair; comandante della nave fu designato il capitano di corvetta Friedrich Freiherr von Pöckh. La “Novara” fu modificata a Pola e adattata alla missione che doveva svolgere: otto cannoni vennero sbarcati e furono creati nuovi spazi interni, depositi e persino una biblioteca di fianco alla batteria. Fu installato un nuovo impianto di distillazione per l’acqua potabile e docce per l’equipaggio; fu modificata l’alberatura e di conseguenza la superficie velica. Per compiere il viaggio era stata scelta una nave a vela in quanto, su di un piroscafo, troppo spazio sarebbe stato utilizzato dall’apparato motore e dal combustibile.
Il 17 marzo 1857 la “Novara” imbarcò a Muggia la Commissione Scientifica e fu visitata dall’Arciduca Ferdinand Max e da altri dignitari e partì, trainata dalla fregata a vapore “Santa Lucia” sino a nord della Sicilia. Il 30 maggio 1857 era a Gibilterra e il 31 agosto, attraversato l’Oceano Atlantico, a Rio de Janeiro dove il comandante fu ricevuto dall’Imperatore del Brasile.
Nell’ottobre la “Novara” aveva riattraversato l’Oceano Atlantico e raggiunto il Sud Africa dopo una velocissima traversata condotta all’elevata velocità di 13-14 nodi, tanto che i portelloni dei cannoni in batteria dovettero essere sprangati per evitare infiltrazioni di acqua marina a bordo. A fine settembre 1857 la “Novara” doppiò il Capo di Buona Speranza in mezzo alla tempesta per aggiungere Ceylon nei primi giorni del 1858. Incrociò poi fra le Isole Nicobare, un arcipelago nell’Oceano Indiano Orientale, raccogliendo campioni scientifici, per tutto il mese di marzo.
Raggiunse Singapore il 14 aprile 1858, poi Batavia il 5 maggio, Manila il 15 giugno, Hong Kong il 7 luglio e Shangai il 27 luglio. Superato indenne un tifone nel Mare della Cina, durante il quale si ruppero le pareti interne del deposito di munizioni e oltre 300 palle di cannone da 30 libbre rotolarono liberamente sotto coperta, senza per fortuna arrecare danni, la “Novara” raggiunse Sidney, in Australia, il 5 novembre 1858. Il Natale del 1858 fu trascorso ad Auckland, in Nuova Zelanda.
Nel febbraio la fregata era a Tahiti e nell’aprile aveva raggiunto la costa del Sud America a Valparaiso, in Cile. Informata che in Europa era scoppiata la guerra fra l’Impero Austriaco e i Franco-Piemontesi, salpò subito da Valparaiso e, doppiato Capo Horn, si diresse verso Gibilterra senza soste intermedie per sfuggire alle navi francesi. Gibilterra fu raggiunta il 27 luglio 1859, a conclusione oramai avvenuta della Seconda Guerra d’Indipendenza e in quel porto l’equipaggio della “Novara” apprese che le sue preoccupazioni erano state inutili, in quanto l’Imperatore Francese Napoleone III aveva conferito alla nave lo status di neutralità, in qualità di nave scientifica, affermando “La scienza è un bene comune a tutti i popoli”.
Il 18 agosto 1858 la “Novara” si incontrò nel Canale di Messina con la fregata a vapore “Santa Lucia” che la attendeva e che la prese a rimorchio. Il 22 agosto l’Arciduca Franz Ferdinand, a bordo del panfilo “Fantasie“, raggiunse la “Novara” a Gravosa per rientrare a Trieste il 26 agosto in un tripudio di cittadini festanti. La nave riportava con sè 26.000 campioni zoologici, erbe sconosciute, raccolte mineralogiche e paleontologiche, 376 reperti etnografici e 100 reperti antropologici, migliaia di disegni. Circa 200 reperti sono tuttora esposti al Museo di Storia Naturale di Trieste.
La “Novara” aveva percorso 51.686 miglia marine; aveva navigato per 551 giorni e sostato nei porti per 298 giorni, percorrendo quasi 94 miglia marine al giorno. Fu la prima nave della k.u.k. Kriegsmarine e, in assoluto, la prima nave da guerra a bordo della quale si parlasse tedesco, ad avere effettuato il giro del mondo.
Nell’ottobre 1860 e nel febbraio 1861 la “Novara” partecipò al blocco di Durazzo in Albania.
Poi, nel settembre 1861, fu decisa la sua trasformazione in una nave a vapore e la nave fu trainata al Cantiere “San Rocco” di Muggia (vicino a Trieste) per la sua ricostruzione. Prua e poppa furono separate e si iniziò la costruzione della nuova parte centrale della nave che doveva ospitare le caldaie, poste davanti all’albero di mezzana e l’apparato motore, situato posteriormente allo stesso.
L’8 agosto 1862 la “Novara” usciva da Pola, come nave ammiraglia della Squadra e con a bordo l’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff per recarsi in Grecia, schierata contro i moti rivoluzionari in corso, ricevendo per tale motivo il ringraziamento del Re di Grecia Otto. Sino all’aprile 1863 sostò nel porto del Pireo per poi incrociare fra le isole greche e rientrare a Pola nel settembre.
Il 14 aprile 1864 partiva da Miramar, con a bordo il neonominato Imperatore del Messico Massimiliano, al comando del capitano di vascello Richard von Barry. Raggiunto il Messico, dal 21 agosto 1864 al 12 marzo 1865 fu ormeggiata al porto di Veracruz, per rientrare a Trieste il 12 agosto 1865.
Il 3 maggio 1866 scoppiò un incendio a bordo, forse appiccato da un operaio italiano, che divampò subito con grande violenza. Il piroscafo del Lloyd Austriaco “Albania” riuscì a far ruotare la “Novara” controvento e oltre 330 marinai della flotta intervennero a bordo delle lance con pompe per spegnere l’incendio. Solo dopo ore si poté salire a bordo della fregata e gli ultimi focolai dell’incendio furono domati solo il mattino del giorno successivo. I danni in coperta erano gravissimi. La “Novara” fu trainata dalla fregata a vapore “Santa Lucia” a Trieste, dove fu ricoverata al Cantiere Giuseppe Tonello per le riparazioni. Nel giugno 1866 era nuovamente in servizio, corazzata fra i portelloni con catene, per partecipare il 20 luglio 1866 alla battaglia di Lissa. Il comandante, capitano di vascello Erik Graf (conte) Klint, cadde subito dopo l’inizio del combattimento, squarciato da una granata. La “Novara” sparò 342 colpi e ne subì 47, con 5 morti e 19 feriti.
Nel giugno 1867 salpò, al comando dell’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff, per riportare in Patria la salma dell’Imperatore Massimiliano che era stato fucilato dai rivoluzionari messicani. L’8 ottobre 1867 era a Veracruz e il 10 gennaio 1868 fu raggiunta, sulla via del ritorno, a Corfù dalle fregate “Radetzky” e “Adria” e dalla cannoniera “Velebich“, per raggiungere Trieste, dove la salma fu trasportata a terra il 15 gennaio 1868. Il giorno dopo, al suono di 21 colpi di cannone, cui risposero le batterie di tutte le navi presenti nel porto, il feretro, coperto da un drappo nero con la corona imperiale messicana, fu portato in corteo, lungo le vie della città per raggiungere il treno speciale che lo portò a Vienna, dove fu tumulato nella cripta della Chiesa dei Cappuccini.
Dopo manutenzioni effettuate nei primi mesi del 1870, salpò per l’addestramento di un nuovo equipaggio con a bordo anche 69 allievi dell’Accademia di Marina, diretta nel Mediterraneo Occidentale. Rientrata a Pola, fu attrezzata per un viaggio verso le Indie Occidentali e il Nord America, imbarcando gli allievi del 4° anno dell’Accademia di Marina. Nel gennaio 1871 era alla Martinica, poi a Guadalupa, Giamaica, Cuba, Annapolis e, il 24 aprile, a New York. Rientrò a Pola il 16 settembre 1871.
L’anno successivo incrociò nell’Adriatico e nel Mediterraneo Centrale. Il 9 giugno 1873 partì per una nuova breve crociera addestrativa con i cadetti della Marina lungo le coste della Dalmazia, crociera che fu ripetuta nel 1875.
Nel 1876 ebbe l’incarico provvisorio prima di nave da guardia e poi di nave scuola di artiglieria. Nel 1881 fu assegnata al Comando della Scuola di Artiglieria di Marina e vennero installati i nuovi cannoni da 15 centimetri: la “Novara” sostituì in questo compito la fregata “Dandolo“.
Visitata dall’Imperatore Franz Joseph il 16 settembre 1882 e il 7 luglio 1884 nuovamente dall’Imperatore e dall’erede al trono Rudolf a Pola, nel 1894 si valutò come troppo costosa la sua necessaria manutenzione. Il 22 ottobre 1898 fu decisa la demolizione della “Novara” che avvenne l’anno successivo.  Fu rimpiazzata nei suoi compiti dalla “Radetzky“.