Significato del nome:
Imperatore, il sovrano di un impero, cioè di un dominio composto da più stati o popoli diversi.
Unita’ gemelle:
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Cantiere di costruzione:
• nel 1866: Pola, Arsenale di Pola, Cantiere Scoglio Olivi; progettista: Axel Ljungstedt; impostazione: 25.5.1856; varo: 4.10.1858; completamento: 23.5.1866 ingresso in servizio: 25.6.1866
• nel 1872: Pola, Arsenale di Pola, Cantiere Scoglio Olivi; progettista: Josef Romako; impostazione: 12.6.1869; varo: 15.1.1872; completamento: maggio 1873; ingresso in servizio: 15.12.1873
Dislocamento:
• nel 1866: 5.191 tonn., 5.467 tonn. ad allestimento completato
• nel 1872: 5.811,9 tonn., 6.108,24 tonn. ad allestimento completato
Dimensioni:
• nel 1866: lunghezza fra le perpendicolari: 77,16 m; lunghezza al ponte di coperta: 81,00 m; larghezza al fasciame interno: 16,51 m; larghezza massima: 17.06; altezza sul livello del mare:12,64 m; immersione: 7,40 m
• nel 1872: lunghezza fra le perpendicolari: 77,44 m; lunghezza fuori tutto: 80,98 m; larghezza al galleggiamento: 17,75 m; immersione: 7,11 m (7,64 m ad allestimento completato); altezza sul livello del mare: 7,83 m; altezza dei portelloni dei cannoni sul livello del mare: 2,43 m
Propulsione:
• nel 1866: 1 motrice alternativa a 2 cilindri orizzontali, costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino di Wilhelm Strudthoff, sistema Maudsley; 6 caldaie; 1 elica asportabile del diametro di 5,90 m a 2 pale, a rotazione sinistra; potenza: 2.143,4 Hp; superficie velica: 2.650 m²
(altre fonti: potenza 2.786 Hp)
• nel 1872: 1 motrice alternativa a 2 cilindri orizzontali, costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino nel 1857-1859; 6 caldaie più grandi delle precedenti; 1 elica Griffith del diametro di 6,26 m, a 2 pale (più tardi 1 elica Griffith del diametro di 5,75 m di diametro, a 2 pale); potenza: 3.058 Hp; superficie velica: 2.820 m²
nel 1876: 1 elica Griffith del diametro di 5,79 m, a 4 pale potenza: 3.108 HP
• nel 1880: superficie velica: 1.410 m²
Velocità:
• nel 1866: 12,5 nodi; autonomia: 1.500 miglia a 10 nodi; combustibile: 560 tonn. di carbone (consumo orario a tutta forza: 3,5 tonn.; consumo giornaliero: 74,2 tonn.)
• nel 1872: 11,9 nodi a 60 giri; combustibile. 520 tonn. di carbone (consumo orario: 3,5 tonn.)
nel 1876: 12,72 nodi
Protezione:
• nel 1866: /
• nel 1872: cintura: 101,6 mm-152,4 mm; casematte: 140 mm; batterie, pareti laterali e ridotti: 127 mm; ponte corazzato: 19 mm; protezione costruita nella fabbrica inglese Camell & Co. e J. Brown & Co., per un peso complessivo di 865 tonn.
(altre fonti: cintura: 150 mm; casematte: 130 mm)
Armamento:
● nel 1863:
• 2 cannoni in acciaio da 24 libbre a retrocarica; 16 cannoni da 60 libbre ad avancarica; 54 cannoni da 30 libbre ad avancarica; 20 cannoni da 30 libbre ad avancarica
• cannoni sulle lance: 1 cannone di bronzo da 24 libbre; 2 cannoni pesanti di bronzo da 12 libbre; 1 cannone leggero di bronzo da 12 libbre
• armamento dell’ equipaggio: 400 fucili, 200 pistole, 40 revolver, 300 sciabole
● nel 1866:
• 90 cannoni da 30 libbre a canna liscia; 2 cannoni da 24 libbre a retrocarica su rotaie
● nel 1867:
• 2 cannoni Wahrendorf da 24 libbre a retrocarica su rotaie; 12 cannoni Wahrendorf da 24 libbre a retrocarica sul ponte da entrambe le fiancate; 70 cannoni da 30 libbre ad avancarica
• cannoni sulle lance: 2 cannoni da 4 libbre ad avancarica
• armammento dell’ equipaggio: 250 fucili con baionetta, 270 pistole, 40 revolver, 350 sciabole, 100 scuri, 100 uncini
● nel 1871:
• 10 cannoni Armstrong da 230 mm (300 libbre) ad avancarica su rotaie (8 nelle casematte, 2 nel vicino ridotto); 6 cannoni da 100 mm ad avancarica sul ponte; 2 cannoni da 70 mm Uchatius ad avancarica sulla lancia
● nel 1880:
• 10 cannoni Armstrong da 230 mm ad avancarica su rotaie; 6 cannoni di acciaio-bronzo da 90 mm a retrocarica nella casamatta; 2 cannoni da 70 mm di acciaio-bronzo a retrocarica sulla lancia; 8 mitragliatrici Palmkrantz da 25 mm
● nel 1883:
• 10 cannoni Armstrong da 230 mm ad avancarica su rotaie; 6 cannoni di acciaio-bronzo da 90 mm a retrocarica nella casamatta; 2 cannoni da 70 mm di acciaio-bronzo a retrocarica sulla lancia; 3 cannoni-revolver da 47 mm; 3 mitragliatrici Palmkrantz da 25 mm
● dal 1886 (in aggiunta):
• 4 cannoni a tiro rapido da 47 mm; 1 tubo lanciasiluri da 350 mm a prua; 2 tubi lanciasiluri laterali da 350 mm brandeggiabili; 4 siluri
Equipaggio:
permanente effettivo: 36 + 590 uomini (nel 1863 in tempo di pace), 892 uomini (nel 1863 in caso di guerra), 904 uomini (nel 1866), 479 uomini (nel 1875), 541 uomini (nel 1877)
Storia:
La storia della “Kaiser” è a dir poco complessa e, per certi versi, infelice, almeno nei suoi primi anni di vita, a partire da una costruzione che durò quasi un decennio, un tempo molto lungo anche per il periodo in cui la nave fu costruita, a metà degli anni Cinquanta dell’ Ottocento.
Era il 12 aprile 1850 quando l’ Imperatore Franz Joseph decise di costruire la “Kaiser”. Appena nel 1855 fu presentato un progetto per una nave da battaglia a motore sul modello dell’ inglese “Agamennon” da costruire nel cantiere dello Scoglio Olivi a Pola . La costruzione iniziò a cielo aperto e il cantiere fu visitato dall’ Imperatore Franz Josef il 9 dicembre 1856. Nel 1857 fu aumentata la lunghezza della nave e ne fu modificata la prua.
Il 4 ottobre 1858 la “Kaiser” venne varata a Pola, alla presenza dell’ Arciduca Massimiliano (Ferdinand Max), nel corso di una autentica festa popolare, fra i colpi di cannone augurali dei forti della base, il suono di numerose bande musicali e il giubilo degli abitanti presenti. L’ alberatura era stata costruita nell’ Arsenale di Venezia e trasportata a Pola.
Nel 1859 la “Kaiser”, ancora senza motore, fu trainata al porto di Malamocco, i cannoni che vi erano già stati installati furono sbarcati per contribuire alla difesa di Venezia e la nave fu predisposta per l’ affondamento allo scopo di bloccare il canale. Il 28 luglio 1859 fu trainata dai piroscafi “Santa Lucia” e “Vulcan” e dalla fregata “Radetzky” nella baia di Muggia, vicino a Trieste.
Nel novembre 1859 l’ installazione dell’ apparato motore era conclusa e il 6 dicembre la nave usciva da Trieste diretta a Pola, con a bordo il contrammiraglio Anton Bourguignon. Le prove in mare continuarono ma senza fortuna: due volte la “Kaiser” toccò il fondo vicino a Salvore e a Capo Promontore; un cilindro si ruppe. La carena venne riparata nel 1861, altre migliorie vennero apportate in coperta e la nave divenne nave ammiraglia della Squadra con comandante il Linienschiffskapitän (capitano di vascello) Richard Barry.
La “Kaiser” aveva una buona velocità di punta ma aveva gravi problemi di potenza navigando a tutta forza: la velocità riusciva ad essere mantenuta solo con grande sfozo da parte del personale di macchina. Vascello di linea in legno a tre ponti da 91 cannoni, era l’ unità in legno più potente della flotta austriaca, ma non era stata costruita bene ed era di concezione antiquata tanto da essere stata dichiarata inutile e, in un primo tempo, solo sommariamente completata.
Il 27 marzo 1864, al comando del Linienschiffskapitän (capitano di vascello) Friedrich Poch, con a bordo il Comandante della Squadra Bernhard Wüllerstorf-Urbair, la “Kaiser” partì da Pola diretta verso il Mare del Nord. Si manifestarono subito problemi con il carbone che era di bassa qualità: la nave non riusciva a superare i 5 nodi e ben presto la protezione esterna delle caldaie si surriscaldò, incendiandosi, mettendo a rischio il deposito delle polveri prodiero che fu volutamente allagato per sicurezza. A Lisbona in aprile, a Brest nel maggio, la “Kaiser” non giunse in tempo per partecipare alla battaglia di Helgoland che vide il 9 maggio 1864 la vittoria della squadra austro-prussiana, guidata dal contrammiraglio Tegetthoff, contro la flotta danese. La “Kaiser” partecipò al successivo blocco delle coste danesi per rientrare a Pola il 19 novembre 1864.
Si stava valutando l’ ipotesi di affidare la nave ad un cantiere inglese per la sua riconversione in una nave di linea corazzata, quando l’ intervento diretto dell’ ammiraglio Tegetthoff lo impedì. La “Kaiser” partecipò così, il 20 luglio 1866, alla battaglia di Lissa, come nave ammiraglia della 2ª Divisione, al comando del Linienschiffskapitän (capitano di vascello) Anton von Petz. Alle 10 del mattino la “Kaiser” aprì il fuoco, evitando l’ attacco dell’ italiano “Affondatore”, ma speronando alle 11:00 la corazzata italiana “Re di Portogallo”, subì danni alla prua, in coper e all’ albero di maestra che piombò sul fumaiolo . Evitato un nuovo attacco dell’ “Affondatore”, che, asua volta danneggiato, dovette ritirarsi, la “Kaiser” raggiunse Lissa alle 12.30 fra il tripudio della popolazione. Aveva sparato 850 cannonate, subito 12 colpi sulla fiancata e molti in coperta; le perdite ammontarono a 24 uomini, 37 feriti gravi e 38 feriti leggeri.
Il 13 agosto 1866 la “Kaiser”, con a bordo l’ Arciduca Albrecht, entrava a Trieste per smentire con la sua presenza la falsa notizia, diffusa dagli italiani, di un suo avvenuto affondamento. La polena di prua che era stata distrutta nel corso della battaglia fu sostituita da un aquila prelevata dalla fregata a vela “Schwarzenberg”.
Il 28 giugno 1868 fu decisa la ricostruzione completa della “Kaiser” che entrò il 25 febbraio 1869 nel cantiere di Scoglio Olivi a Pola, per iniziare la sua seconda vita. Tolte tutte le parti utili in acciaio e sostituiti gran parte dei componenti in legno con l’ acciaio, la “Kaiser” fu reimpostata sul modello della corazzata a casamatta (Kasemattschiff) “Lissa”. Il lavoro proseguì lentamente sino a quando, il 15 dicembre 1873, fu effettuata al prima prova in mare.
L’ 11 febbraio 1874, al comando del Linienschiffskapitän (capitano di vascello) Karl Kern, con a bordo il contrammiraglio Max Daublebsky von Sterneck, di cui era nave di bandiera, giunse a Trieste, pronta a partire per la sua prima crociera che doveva portarla in Spagna (Malaga, Valencia e Barcellona). Rientrata a Pola, partecipò a manovre e ad esercitazioni di tiro in Dalmazia. Passata al comando del Linienschiffskapitän (capitano di vascello) Moriz Manfroni von Montfort, partì, il 21 gennaio 1875 per il Pireo, per essere poi visitata nell’ aprile dall’ Imperatore Franz Joseph.
Nell’ ottobre 1876 fu montata sulla “Kaiser” una nuova elica a 4 pale e successivamente una nuova centrale di tiro. Nel 1880, come per tutte le altre corazzate a casamatta in servizio, fu ridotta l’ alberatura. Nel 1881 la “Kaiser” modificò l’ armamento e fu installata la luce elettrica a bordo. Nel 1885 furono installati i tubi lanciasiluri, ma la “Kaiser” manifestava oramai gravi problemi strutturali allo scafo, tanto che, nel 1895, fu presa in considerazione la sua vendita al Venezuela. Assegnata nel 1900 alla 2ª Riserva, fu declassificata, con il nome di “Bellona”, alla categoria delle chiatte. Tutto quanto c’ era ancora da smontare fu prelevato e la “Kaiser”-“Bellona” fu destinata a nave abitazione degli equipaggi delle navi della 2ª Riserva. Assegnata nel 1920 all’ Italia, fu demolita anni più tardi.