Juan de Austria (06)
(dal 1874, dopo la ricostruzione,  Don Juan de Austria)
fregata corazzata di 2ª classe (cannoniera corazzata costiera)

Significato del nome:

Figlio naturale dell’Imperatore Carlo V, nato a Ratisbona nel 1547, deceduto a Namur, in Belgio nel 1578. Organizzatore della flotta spagnola, vittoriosa sui Turchi a Lepanto nel 1571.

Unità gemelle:

Kaiser Max“,  “Prinz Eugen

Cantiere di costruzione:

• “Juan de Austria“:  Trieste, Stabilimento Giuseppe Tonello, Cantiere San Marco; progettista: Josef Romako;  impostazione: 12.10.1861;  varo: 26.7.1862;  completamento: 2.4.1864;  ingresso in servizio: 8.4.1864
• “Don Juan de Austria”: Trieste, Stabilimento Tecnico Triestino, Cantiere San Rocco; progettista: Josef Romako;  impostazione: 14.2.1874;  varo: 25.10.1875;  completamento: 29.6.1876;  ingresso in servizio: 29.8.1876

Dislocamento:

• nel 1864:  3.559  tonn.,  3.588  tonn. ad allestimento completato
• nel 1876:  3.559 tonn.

Dimensioni:

• nel 1864:  lunghezza fra le perpendicolari: 70,12 m;  larghezza al galleggiamento: 13,51 m;  altezza sul livello del mare: 6,16 m;  immersione: 7,09 m
• nel 1876:  lunghezza fra le perpendicolari: 73,23 m;  lunghezza fuori tutto: 75,85 m; larghezza: 14,75 m;  altezza sul livello del mare: 6,66 m;  immersione: 6,66 m;  altezza dei portelloni dei cannoni sul livello del mare: 2,50 m

Propulsione:

• nel 1864:  1  motrice orizzontale, costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino; 1  elica Griffith, rimovibile, del diametro di 5,85 m a 2 pale;  potenza: 2.158 Hp
 • nel 1876: 1  motrice orizzontale, costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino nel 1861;  1  elica Hirsch, del diametro di 5,53 m  a 4 pale con rotazione a sinistra;  potenza: 2.652 Hp

Velocità:

• nel 1864:  10,5  nodi;  autonomia: 872 miglia a 10 nodi;  combustibile: 327 tonn. di carbone  (consumo giornaliero: 60 tonn.)
• nel 1876:  13,24 nodi a 72 giri

Protezione:

/

Armamento:

• nel 1864:  14 cannoni lisci da 48 libbre;  14 cannoni a retrocarica da 24 libbre
• nel 1876:   8 cannoni da 21 cm in casematte; 4 cannoni Uchatius da 9 cm sul ponte; 2 cannoni Uchatius da 7 cm sul ponte;  4 mitragliatrici da 25 mm

Equipaggio:

permanente effettivo:  366 uomini  (previsto originariamente), 386 uomini  (nel 1866),  366 uomini  (nel 1875),  390 uomini  (nel 1876), 393 uomini  (nel 1877),  36 uomini  (nel 1907)

Storia:

Appena entrata in servizio la “Juan de Austria” salpò per raggiungere la flotta austro-ungarica che si trovava nel Mare del Nord in aiuto della flotta prussiana nella guerra in corso contro i Danesi. Ma il 9 maggio 1864, giorno in cui si combatté la battaglia di Helgoland che vide la vittoria della flotta austro-prussiana guidata dall’allora contrammiraglio Wilhelm von Tegetthoff sui danesi, si trovava ancora in navigazione, appena uscita dal porto di Lisbona. Proseguì comunque nella missione giungendo a Bremerhaven il 26 settembre, per ritornare subito alla sua base di Pola, via Plymouth, Cadice, Algeri, Malta e Santa Maria di Leuca, giungendo a Pola il 21 novembre 1864.
Scoppiata la guerra con l’Italia, il 26 giugno 1866 fu inviata in esplorazione verso Ancona, partecipando un mese dopo, il 20 luglio, alla battaglia di Lissa, dove combatté al comando del capitano di vascello Anton Ritter von Wiplinger. Sparò 277 colpi di cannone ricevendo 41 colpi a bordo e subendo la perdita di 1 marinaio e 4 feriti lievi.
Fra il 1871 e il 1872 si tentò inutilmente, applicando vari tipi di vernice, di combattere una infestazione di alghe che ne danneggiava gravemente la carena.
Nel 1874 si iniziò lo smantellamento della nave al Cantiere “San Rocco” di Muggia, vicino a Trieste. Furono recuperati parte della corazzatura, pezzi dell’apparato motore che furono utilizzati nella costruenda corazzata a casamatta (Kasemattschiff) “Don Juan de Austria” che ne ereditò, oltre allo scafo, modificato, anche il nome. Durante i lavori di corazzatura la nave ricevette la visita dell’Imperatore Franz Joseph, accompagnato dagli Arciduchi Carl Ludwig e Ludwig Viktor. Le prime prove in mare furono effettuate con la vecchia elica Griffith della “Juan de Austria“, per passare ben presto al nuovo modello Hirsch: la nave risultò stranamente di poco più lenta con il nuovo modello di elica, viaggiando a mezza forza, ma decisamente più veloce a pieni giri, toccando i 13,64 nodi: al timone era necessario l’impiego contemporaneo di 5 marinai!
Ai primi del 1877 partì per le isole greche, partecipando successivamente al blocco delle coste albanesi. Il 30 dicembre 1877, unitamente alla cannoniera “Kerka“, partecipò allo sgombero da Antivari di quasi 300 fuggiaschi austro-ungarici e del viceconsole, che accompagnò a Curzola. Nel febbraio 1878 era a Salonicco per trasportare materiali per la corvetta “Frundsberg“. Nel luglio 1880 fu sottoposta a nuovi lavori di manutezione. Nel 1881 fu installata a bordo l’illuminazione elettrica e lanciasiluri ruotabili.
Nell’aprile 1888 partì per l’Esposizione Internazionale di Barcellona dove ospitò la coppia reale spagnola. Negli anni successivi svolse compiti di squadra, vedendo nominato come comandante il 29 aprile 1892 l’Arciduca Carl Stefan. Il 9 maggio 1885 si trovava a Pola in occasione del varo della corazzata “Monarch“. Nel 1896 furono montati sulla “Don Juan de Austria” i cannoni a tiro rapido.
Nel 1904 fu radiata dalle navi in servizio e iscritta nel registro della k.u.k. Kriegsmarine come chiatta, adattata nel 1905 a nave abitazione del Comando della Flottiglia Torpediniere di Pola. Nel 1908-1909 tornò in Arsenale a Pola per essere adattata a nave comando della Stazione di Comando dei sommergibili. Non è chiara la sua fine: secondo la versione prevalente sarebbe stata trainata in Italia, secondo un’altra versione sarebbe affondata a Pola. Di sicuro, assegnata nel 1920 alla Jugoslavia, non fu mai consegnata dall’Italia.