Significato del nome
Località in Voivodina, dove si svolse una battaglia l’11.9.1697, che vide la vittoria del Principe Eugenio contro i Turchi.
Unità gemelle
“Aspern”, “Szigetvár”
Cantiere di costruzione
Pola, Arsenale di Pola; progettista: Joseph Kuchinka; impostazione: 3.8.1896; varo: 18.8.1897; completamento: 1.5 1899; ingresso in servizio: 28.5.1899; costo complessivo: 4.210.132 corone
Dislocamento
2.350 tonn., 2.543 tonn. ad allestimento completato
Dimensioni
lunghezza fra le perpendicolari: 92,10 m; lunghezza al galleggiamento: 96,00 m lunghezza fuori tutto: 96,88 m; larghezza: 11,73 m; immersione: 4,42 m
Propulsione
2 motrici a 4 cilindri verticali a triplice espansione, costruite nello Stabilimento Tecnico Triestino; 8 caldaie Yarrow; 2 eliche del diametro di 3,44 m a 3 pale, a rotazione esterna; potenza: 8.584 Hp nel 1899; superficie velica: 585,8 m²
Velocità
21, 87 nodi a 184 giri nel 1899, 17,94 nodi nel 1912; combustibile: 469 tonn. di carbone
Protezione
ponte: 25 – 50 mm
Armamento
8 cannoni a caricamento rapido L/40 da 12 cm (cadenza 6 colpi al minuto); 8 cannoni a tiro rapido Skoda da 4,7 cm; 2 cannoni a tiro rapido Hotchkiss L/33 da 4,7 cm; 2 mitragliatrici M/93 da 8 mm; 2 tubi lanciasiluri da 45 cm; alloggiamento per mine
Equipaggio
permanente effettivo: 17 + 288 uomini nel 1907, 17 + 290 uomini nel 1908
Storia
Al varo del “Zenta“, che si svolse il giorno del compleanno dell’Imperatore Franz Joseph, fu madrina l’Arciduchessa Maria Josefa, consorte dell’Arciduca Otto anche lui presente. Primo incarico del “Zenta” fu quello di nave ammiraglia della 3ª Divisione della Flottiglia Torpediniere al comando del Contrammiraglio Barone Rudolf Montecuccoli.
Il 10 novembre 1899 l’incrociatore “Zenta” salpò da Pola, al comando del capitano di fregata Eduard Thomann von Montalmar, per un viaggio in Estremo Oriente, passando il Canale di Suez. Il 16 gennaio 1900 fece scalo a Singapore, il 22 a Hong Kong. A causa della rivolta dei Boxer in Cina, ritardò il previsto ritorno a Pola e rimase di pattuglia lungo le coste cinesi, effettuando diversi interventi armati. Il 3 giugno inviò un distaccamento di trenta uomini alla difesa delle Legazioni di Pechino assediate dai Boxer in rivolta. Il 7 giugno sbarcò un secondo distaccamento di settantatré uomini, destinato alla difesa di Tientsin assediata dai ribelli. Seguirono diversi interventi armati cui partecipò l’equipaggio dell’incrociatore, sino al 14 agosto, quando avvenne la presa di Pechino da parte delle truppe alleate. Negli scontri perse la vita il comandante della nave, Eduard Thomann von Montalmar, cui fu in seguito intitolata una strada a Pechino e vi furono tre morti fra i marinai. Per l’eroico comportamento dell’ equipaggio il “Zenta” ottenne la bandiera di seta al valore (“Seidene Ehrenflagge”).
Il 23 giugno l’incrociatore “Zenta” riprese il pattugliamento lungo le coste della Cina per rientrare a Pola il 1° ottobre 1901.
Il 15 ottobre 1902, al comando del capitano di fregata Wilhelm von Bockmann, salpò da Pola per un viaggio in Africa ed in Sud America. Attraversato il Canale di Suez discese lungo le coste dell’Africa Orientale, facendo scalo a Cape Town il 14 febbraio 1903 dove cinque uomini disertarono. Risalita la costa dell’Africa Occidentale, il 17 aprile salpò dall’isola di Sant’Elena attraversando l’Atlantico per giungere a Santos il 26 aprile. Dopo aver costeggiato e fatto scali in numerosi porti dell’Argentina, dell’Uruguay e del Brasile, l’incrociatore “Zenta” riattraversò l’Atlantico giungendo a Trieste il 2 ottobre 1903, in tempo per partecipare al varo della corazzata “Erzherzog Karl“.
Nel giugno 1904 fece manutenzione in cantiere e a bordo dell’incrociatore fu montata una stazione radio. Nel 1909, come nave ammiraglia della Flottiglia Torpediniere, effettuò una breve crociera nel Mare Egeo. Seguirono altri compiti di squadra ed impieghi a Trieste nel cui porto, il 23 marzo, partecipò allo spegnimento dell’incendio a bordo del piroscafo del Lloyd Austriaco “Tebe“. Il 2 giugno 1913 venne montata una nuova stazione radio. Dal 30 marzo al 17 luglio 1914 l’incrociatore “Zenta” fece crociere di istruzione per sottufficiali nel Mare Adriatico.
Il 28 luglio si portava nelle Bocche di Cattaro con sei cacciatorpediniere per effettuare il blocco delle coste del Montenegro. Il 16 agosto, in uscita dalle Bocche, venne sorpreso da una squadra francese composta dalle corazzate “Courbet” e “Jean Bart” e da numerosi incrociatori e cacciatorpediniere. Le corazzate francesi, giunte alla distanza di 10.000 – 12.000 metri, aprirono il fuoco sul “Zenta” che potè rispondere solo quando giunse alla distanza di gittata dei suoi cannoni e cioè novemila metri. Uno dei primi colpi nemici da 305 esplose nella sala macchine, uccidendo tutti i marinai che vi si trovavano e mettendo fuori uso entrambe le macchine . Al cacciatorpediniere “Ulan” che scortava l’incrociatore “Zenta” fu dato ordine di sfuggire alle navi francesi, cosa che gli riuscì grazie alla sua elevata velocità di 28 nodi. Con le macchine fuori uso l’incrociatore non poteva più manovrare, ma continuò a sparare con i cannoni prodieri contro le unità francesi. Era però ormai un bersaglio immobile. Dopo essere stato colpito più volte sul ponte e nuovamente nella sala macchine, fu impartito l’ordine di abbandonare la nave. Dopo essersi assicurato che tutto l’equipaggio superstite si era messo in salvo, anche il comandante, capitano di fregata Paul Pachner, si tuffò in mare.
L’incrociatore “Zenta” si capovolse pochi attimi dopo e affondò a cinque miglia a ovest-sud-ovest di Castellastua – Petrovac. Le navi francesi spararono sino alla fine contro il “Zenta” oramai semidistrutto e si allontanarono senza intervenire in soccorso dei superstiti. Morirono 173 uomini e 1 ufficiale. I 144 marinai e 14 ufficiali che riuscirono dopo ore a raggiungere la costa a nuoto vennero imprigionati dal Governo del Montenegro. Il Re del Montenegro Nikita I lodò il loro coraggio. Salvo pochi di loro che riuscirono a fuggire, gli altri furono tutti liberati nella primavera del 1916, durante l’avanzata dell’Esercito Austro-Ungarico nei Balcani.
L’affondamento della piccola nave da parte di un’intera squadra provocò forte sdegno in Patria, tanto che le unità austro-ungariche si impegnarono in modo particolare nella caccia alle navi francesi.