Significato del nome
Tigre.
Il secondo nome, Lacroma, è quello di un isolotto vicino a Ragusa (Dubrovnik) .
Unità gemelle
simile, ma più grande del “Panther” e del “Leopard“
Cantiere di costruzione
Trieste, Stabilimento Tecnico Triestino, Cantiere San Rocco; progettista: Moritz Soyka sulla base dei progetti inglesi del Panther e del Leopard; impostazione: 5.10.1886; varo: 28.6.1887; completamento: 5.3.1888; ingresso in servizio: 14.3.1888; costo complessivo: 1.984.106 corone
Dislocamento
1.640 tonn., 1.683 tonn. ad allestimento completato
Dimensioni
lunghezza fra le perpendicolari: 70,90 m; lunghezza al galleggiamento: 74,16; lunghezza fuori tutto: 76,02; larghezza: 10,60 m; immersione: 4,70
Propulsione
2 motrici a 2 cilindri verticali, costruite nello Stabilimento Tecnico Triestino; 4 caldaie cilindriche a 6 fuochi caduna; 2 eliche Griffith del diametro di 3,81 m, a 3 pale, con rotazione esterna; potenza: 6.222 Hp; superficie velica: 305 m²
Velocità
19,5 nodi nel 1888; autonomia: 1.260 miglia a 17,5 nodi; combustibile: 322 tonn. di carbone
Protezione
sala macchine e depositi di carbone: 36 mm
Armamento
4 cannoni Krupp L/45 da 12 cm; 6 cannoni L/44 da 7 cm 4 mitragliatrici da 4,7 cm; 4 tubi lanciasiluri da 35 cm (prua, poppa e due laterali); 6 siluri
Equipaggio
permanente effettivo: 13 + 175 uomini
Storia
Di navi battezzate “Tigre“, in italiano, ve ne erano già state nella k.u.k. Kriegsmarine altre tre e precisamente uno sciabecco di fine Settecento, una scialuppa cannoniera costruita all’estero nel 1804 e una scialuppa armata costruita nell’Arsenale di Venezia fra il 1833 e il 1845.
L’ incrociatore “Tiger” era una evoluzione, realizzata dai progettisti dei cantieri triestini, della “Classe Panther” che era stata costruita nei cantieri inglesi: degli incrociatori “Panther” e “Leopard“, il “Tiger” era infatti leggermente più grande.
Alle prove in mare raggiunse una velocità di 19,25 nodi, elevata per l’epoca e gli operai del cantiere ricevettero un premio di 6.000 corone per il buon lavoro svolto.
Il 12 giugno 1888 venne assegnato alla Flottiglia Torpediniere di stanza a Pola come nave di bandiera del comandante della Flottiglia Arciduca Carl Stefan. Nel 1890 venne riportato in cantiere per riparazioni a seguito dei danni subiti dalla collisione con la fregata austro-ungarica “Laudon“.
Rimesso in mare, il 21 luglio salpò per il Mare del Nord per esercitazioni. Il 28 luglio era a Gibilterra, il 5 agosto a Portsmouth, raggiungendo Kiel il 29 agosto e rientrando a Trieste nell’ottobre. Negli anni seguenti incrociò nel Mediterraneo Orientale e nel Mare Egeo sino al 1899 quando passò alla Riserva. Il 30 maggio 1900 venne portato in cantiere a Pola dove, nel marzo 1901, fu dotato di pinne antirollio, di illuminazione e di un nuovo sistema di ventilazione. Il 15 giugno 1902 fu rimesso in servizio attivo come nave ammiraglia nella 2ª Divisione del commodoro Julius Beck.
Il 9 novembre venne disarmato e portato a Pola, dove, tolti i cannoni di maggior calibro e ribattezzato “Lacroma“, fu ricostruito come yacht dell’Ammiragliato in sostituzione del “Pelikan“. Nel 1920 venne ceduto all’Italia e fu demolito.