Saida (80)
(dal 1920 Venezia)
incrociatore leggero

Significato del nome

Sidone, località presso Beirut, presa d’assalto il 20.9.1840 dalle marine alleate austriaca, inglese e turca.

Unità gemelle

Novara“, “Helgoland

Cantiere di costruzione

Monfalcone (Trieste), Cantiere Navale Triestino; impostazione: 9.9.1911; varo: 26.10.1912; completamento: 27.7.1914; ingresso in servizio: 1.8.1914; costo complessivo: circa 10.000.000 corone

Dislocamento

3.492 tonn.

Dimensioni

lunghezza fra le perpendicolari: 125,20 m; lunghezza al galleggiamento: 130,60; larghezza: 12,80 m; immersione: 5,30

Propulsione

motrice Maschinenbau AG ex Breitfeld, Danek & Co, Praga; 2 turbine Melms-Pfenninger; 16 caldaie Yarrow; 2 eliche a rotazione esterna; potenza: 26.500

Velocità

27 nodi; autonomia: 1.600 miglia a 24 nodi; combustibile: 815 tonn. di carbone

Protezione

cintura: 60 mm; ponte: 20 mm

Armamento

9 cannoni da 10 cm; 2 cannoni da 4,7 cm; 6 tubi lanciasiluri da 45 cm

Equipaggio

permanente effettivo: 340 uomini

Storia

L’incrociatore “Saida” fu la terza nave della k.u.k. Kriegsmarine a portare il nome della cittadina vicina a Beirut, che in italiano si chiama Sidone.  Prima di questo incrociatore, il nome “Saida” era stato attribuito ad una goletta costruita all’Arsenale di Venezia fra il 1852 e il 1855 e, successivamente, ad una corvetta costruita nell’Arsenale di Pola fra il 1876 e il 1878.
Insieme alle gemelle “Novara” e “Helgoland“, il “Saida” apparteneva ad una classe di unità derivate dalla modifica dell’ “Admiral Spaun“. Erano incrociatori manovrieri e veloci ma dotati di scarsa protezione. Il “Saida” fu la prima nave da guerra costruita nel Cantiere Navale Triestino di Monfalcone. All’inizio dei lavori intervenne, per la benedizione di rito, l’Arciduchessa Maria Josepha che aveva partecipato in precedenza al varo del transatlantico “Kaiser Franz Joseph I“. Madrina al varo fu la Principessa Franziska Hohenlohe, consorte del podestà di Trieste.
Il 17 ottobre 1914, agli ordini del comandante Heinrich von Seitz, il “Saida” salpava in esplorazione sulla rotta Bari – Pelagosa. Causa avaria al motore – fatto che si verificherà spesso anche successivamente – il giorno dopo dovette rientrare a Pola. Il 23 ottobre ricevette la visita dell’erede al trono, Arciduca Karl Franz Josef. Il 9 dicembre salpava da Pola per Cattaro con scalo a Sebenico.
Il 24 maggio 1915 partecipava al bombardamento di Ancona. Il 23 luglio 1915 continuava il bombardamento della costa italiana. Il 28 luglio ed il 17 agosto continuò gli attacchi sull’isola di  Pelagosa.  Il 5 dicembre bombardava Durazzo. Il 20 dicembre ritornò a Pola per trasferirsi il 5 marzo 1916 a Cattaro. Dal 23 al 26 marzo l’incrociatore venne inviato alla ricerca dei naufraghi del sommergibile “U 24“.
Il 14 maggio 1917 sulla rotta per il Canale d’Otranto ebbe uno scontro con le navi alleate durante il quale sparò 832 colpi da 100 millimetri, ne ricevette tre a bordo con tre feriti ed affondò due pescherecci armati italiani, prendendo poi a rimorchio il “Novara” che era stato colpito ed era in avaria. Il 26 maggio 1917 era a Pola dove ricevette la visita dell’Imperatore Karl; il 22 luglio a Cattaro, il 20 dicembre a Fasana. Il 4 aprile 1918 si trasferì da Pola a Cattaro, ritornando a Pola il 1° agosto, dove venne infine catturato dagli Alleati alla fine della guerra.
Sequestrato dall’Italia, il 20 settembre 1920 venne iscritto nel Registro della Regia Marina Italiana con il nome di “Venezia“. Venne radiato dalla Marina Italiana l’11 marzo 1937 e demolito a Genova nello stesso anno.