Novara (82)
(dal 1921 Thionville)
incrociatore leggero

Significato del nome

La città del nord Italia nei pressi della quale fu combattuta, durante la Prima Guerra d’Indipendenza, la battaglia che vide la vittoria dell’esercito austriaco guidato dal maresciallo Radetzky sulle truppe piemontesi.

Unità gemelle

Saida“, “Helgoland

Cantiere di costruzione

Fiume, Cantiere Ganz & Co. Danubius; impostazione: 9.2.1912; varo: 15.2.1913; completamento: 10.1.1915; ingresso in servizio: 10.1.1915; costo complessivo: circa 10.000.000 corone

Dislocamento

3.500 tonn., 4.010 tonn. ad allestimento completato

Dimensioni

lunghezza fra le perpendicolari: 125,20 m; lunghezza al galleggiamento: 129,65; lunghezza fuori tutto: 130,60; larghezza: 12,77 m; immersione: 4,95 m (5,29 m ad allestimento completato)
(altre fonti: lunghezza tra le perpendicolari: 125,78 m; larghezza: 12,80 m; immersione: 5,30 m)

Propulsione

2 turbine a vapore AEG, costruite dalla fabbrica Danubius di Budapest; 16 caldaie Yarrow; 2 eliche del diametro di 3,39 metri a rotazione esterna; potenza: 30.178 Hp

Velocità

27 nodi; autonomia: 1.600 miglia a 24 nodi; combustibile: 771 tonn. di carbone

Protezione

ponte: 20 mm; cintura: 60 mm; barbette laterali e torre di comando: 50 mm
(altre fonti: barbette laterali: 40 mm)

Armamento

9 cannoni singoli Skoda K10 K11 da 10 cm / canna da 50 calibri; 1 cannone da 7,1 cm / canna da 50 calibri; 1 cannone da 4,7 cm per la lancia a motore; 6 tubi lanciasiluri da 53,3 cm; 50 mine
(altre fonti: 2 mitragliatrici da 47 mm)

Equipaggio

permanente effettivo: 20 + 320 uomini

Storia

Questo incrociatore leggero fu la terza nave della k.u.k. Kriegsmarine a portare il nome della città dove l’esercito austriaco sconfisse i Piemontesi durante la Prima Guerra d’Indipendenza. Lo avevano preceduto la fregata a 52 cannoni omonima, famosa per essere stata la nave a vela che accompagnò l’Imperatore Massimiliano I in Messico e poi la sua salma in patria e poi un’altra fregata corazzata costruita nel Cantiere di San Rocco di Muggia (Trieste) nel 1861-1862.
La classe cui, unitamente al “Saida” e al “Helgoland“, apparteneva il “Novara” era derivata dallo sviluppo dell’incrociatore “Admiral Spaun“: erano navi manovriere e veloci anche se con scarsa protezione. Madrina al varo fu la consorte del Comandante in Capo della Marina, la contessa Emilia di Montecuccoli. Appena entrato in servizio, il 1° agosto 1914, il “Novara” trainò un sommergibile tedesco diretto a Costantinopoli da Pola ad Argostoli, inseguito vanamente da un incrociatore francese. Il 24 maggio 1915 partecipò all’attacco a Porto Corsini sulle coste italiane: raggiunto da 2 colpi delle batterie costiere, ebbe 1 morto e e 9 feriti a bordo.
Dopo aver ricevuto la visita dell’erede al trono, Arciduca Karl Fanz Josef, fu impegnato in ripetute azioni contro le coste adriatiche: il 27 luglio contro Pesaro, il 5 dicembre contro Medua, in Albania, affondando nel complesso 2 piroscafi e 10 pescherecci e subendo lievi perdite fra l’equipaggio. Il 27 gennaio 1916 nel corso di un attacco a Durazzo ebbe un breve scontro a fuoco con due incrociatori italiani. Nel luglio il “Novara” partecipò ad un attacco nel Canale d’Otranto.
Nel Canale d’Otranto tornò nel maggio 1917 affondando 10 pescherecci italiani, ma subendo la caccia degli incrociatori inglesi “Darmouth” e “Bristol” che erano usciti dal porto di Brindisi per impedire il ritorno del “Novara” a Pola. Intercettato da un esploratore e da due cacciatorpediniere italiani, il “Novara” giunse a distanza di tiro degli incrociatori inglesi e aprì il fuoco alle 09:28 a 10.000 metri di distanza.  Giunti a 4.500 metri, tuttavia, entrambi i contendenti cessarono il fuoco, probabilmente a causa di una errata  reciproca identificazione. Nel frattempo, in soccorso del “Novara“, da Cattaro stava giungendo l’incrociatore austro-ungarico “Sankt Georg“. Il “Novara” tentava di sfuggire emettendo fumo e sparando con tutti i suoi cannoni di calibro più grande. Colpito da 45 granate il Novara ebbe 14 morti e 24 feriti a bordo; anche il comandante Horthy fu ferito da un colpo che raggiunse il torrione di comando. Centrato da numerosi colpi che avevano raggiunto la sala macchina il “Novara” si arrestò. Ma il sopravvenire degli incrociatori austro-ungarici che erano usciti da Cattaro salvò la nave che fu trainata dal “Saida” prima a Cattaro e poi a Pola per le necessarie riparazioni.
Il 3 giugno 1917 l’eroico incrociatore fu visitato dall’Imperatore Karl, che decorò numerosi membri dell’equipaggio, e nel novembre partecipò nuovamente alle operazioni nel Canale di Otranto.

Il 2 febbraio 1918 scoppiò a bordo un ammutinamento, presto stroncato, che riguardò oltre la metà dell’equipaggio, ma il 23 aprile il “Novara” bombardava nuovamente la costa italiana e Valona, in Albania.  La fine della guerra colse l’incrociatore alle Bocche di Cattaro. Ceduto alla Francia nel 1920 in conto riparazioni di guerra, venne dapprima trainato verso Biserta ma affondò sui bassi fondali del golfo di Brindisi. Rimesso a galla dopo cinque settimane, fu trainato nell’ottobre a Tolone dove venne ribattezzato “Thionville“. Modificato l’armamento, fu utilizzato in Mediterraneo per l’addestramento dei cannonieri e come nave appoggio della scuola siluristi sino al 1932. Successivamente fu utilizzato come caserma-dormitorio a Tolone per gli allievi siluristi e  macchinisti. Nel 1941 venne venduto e demolito a La Seyne.