Ulan (382)
(dal 1920 Smyrni) cacciatorpediniere

Significato del nome

Ulano, cavaliere armato di lancia.

Unità gemelle

Huszar, Streiter, Wildfang, Scharfschütze, Uskoke, Turul, Pandur, Csikos, Reka, Velebit, Dinara, Huszar II, Warasdiner

Cantiere di costruzione

Trieste, Stabilimento Tecnico Triestino, Cantiere San Marco; progettista: Yarrow Poplar; impostazione: 27.9.1905; varo: 6.4.1906; completamento: 12.7.1906; ingresso in servizio: 1.1.1907; costo complessivo: 1.568.987 corone

Dislocamento

389,41 tonn., 413,90 tonn. ad allestimento completato

Dimensioni

lunghezza al galleggiamento: 67,13 m; lunghezza fuori tutto: 68,39 m; larghezza: 6,26 m; immersione: 1,78 m (1,86 m ad allestimento completato)

Propulsione

2 motrici con 4 cilindri verticali a triplice espansione, costruite nello Stabilimento Tecnico Triestino; 4 caldaie Yarrow; 2 eliche del diametro di 2,06 m, a tre pale; potenza: 6.000 Hp

Velocità

28,56 nodi; autonomia: 500 miglia a 28 nodi; combustibile: 80,60 tonn. di carbone

Protezione

/

Armamento

  • nel 1906: 1 cannone Skoda da 70 mm; 7 cannoni a tiro rapido Skoda da 47 mm; 2 tubi lanciasiluri da 450 mm posizionati in coperta a metà ponte; 4 siluri
  • nel 1913: 1 cannone da 70 mm; 5 cannoni da 70 mm; 2 tubi lanciasiluri da 450 mm posizionati in coperta a metà ponte; 4 siluri
  • da marzo 1915: in aggiunta 1 mitragliatrice MG

Equipaggio

permanente effettivo: 4 + 61 uomini nel 1907

Storia

Pochi mesi dopo essere entrato in servizio l’ “Ulan” partì per una crociera di addestramento nel Mare Egeo e nel Mediterraneo Orientale toccando Cefalonia, Samo, Mitilene, Smyrna, Beirut e Patrasso. Nel 1913, assegnato alla Flottiglia Torpediniere, partecipò alla dimostrazione delle flotte alleate davanti alle coste del Montenegro.
Allo scoppio della prima guerra mondiale partecipò al blocco dei porti montenegrini dell’ agosto 1914, insieme all’ incrociatore “Zenta”. Al mattino del 18 agosto, mentre le due unità della k.u.k. Kriegsmarine si trovavano davanti ad Antivari,le vedette dell’ “Ulan” avvistarono il fumo d iquattro navi nemiche che si dirigevano verso Punta d’ Ostro preparandosi all’ attacco. Dall’ incrociatore “Zenta” furono avvistate altre sei navi. Era l’ intera flotta francese che si avvicinava. Le corazzate francesi aprirono il fuoco a 10.000-12.000 metri di distanza mentre le due navi austriache cercavano di rifugiarsi nelle Bocche di Cattaro. L’ “Ulan”, più veloce dell’ incrociatore, riuscì a raggiungere la protezione delle fortificazioni costiere senza incassare nemmeno un colpo a bordo anche se la coperta era letteralmente ricoperta da schegge di granate esplose vicino alla nave. Guidato dal capitano di corvetta (“Korvettenkapitän”) Egon Panfili, il cacciatorpediniere fu accolto dagli “Hurrah !” provenienti dai soldati delle fortificazioni. Ma nel frattempo il “Zenta”, più volte colpito, era affondato.
L’ “Ulan” rimase ad operare lungo le coste del Montenegro ponendo campi minati davanti ad Antivari e bombardando, con la corazzata “Monarch”, a più riprese fra il settembre e l’ ottobre 1914, installazioni e fortificazioni nemiche. Nel febbraio 1915 continuò le sue azioni contro il Montenegro per spostarsi poi a Trieste dove posò campi di mine a difesa del porto e poi, insieme al posamine “Chamäleon”, vicino a Cittanova. Nel giugno 1915, durante l’ attacco a Rimini, garantì la difesa nord della squadra, lanciando quattro aerei contro Venezia. Nell’ ottobre sostenne una nuova azione aerea diretta contro il porto di Venezia riuscendo a sfuggire, sulla via del ritorno, alla caccia di un sommergibile nemico.
Trasferito nel giugno 1916 a Sebenico operò prevalentemente in azioni di scorta convogli. Nel complesso nel 1917 scortò 65 convogli partecipando anche ad azioni nel Canale di Otranto. Nel 1918 e sino alla fine della guerra fu impegnato in altre 26 scorte a convogli, 4 operazioni cacciamine e 1 caccia a sommergibili.
La fine della guerra colse l’ “Ulan” a Pola dove stava effettuando riparazioni alle caldaie. Nel 1920 fu assegnato alla Grecia come indennizzo per il cacciatorpediniere “Smyrni”, affondato durante la guerra, di cui prese il nome Nel 1932 fu radiato e demolito.