Triglav (433)
cacciatorpediniere

Significato del nome

Il monte Triglav, in italiano Tricorno, oggi al confine fra Slovenia, Italia e Austria, così chiamato per la sua caratteristica forma a tre vette; Triglav significa letteralmente “tre teste”.

Unità gemelle

Tatra, Balaton, Csepel, Lika, Orjen

Cantiere di costruzione

Fiume-Porto Re, Cantiere Ganz & Co. Danubius; impostazione: 1.8.1912; varo: 22.11.1913; completamento: 26.7. 1914; ingresso in servizio: 8.6.1914; costo complessivo: circa 3.000.000 corone

Dislocamento

850 tonn., 1.050 tonn. ad allestimento completato

Dimensioni

lunghezza fra le perpendicolari: 80,70 m; lunghezza fuori tutto: 83,50 m; larghezza: 7,80 m; immersione: 2,42 m (3,20 m ad allestimento completato)

Propulsione

2 turbine AEG-Curtis, costruite nello Stabilimento Skoda, Pilsen; 6 caldaie Yarrow; 2 eliche di 2,40 m di diametro

Velocità

32,59 nodi; autonomia: 1.200 miglia a 20 nodi; combustibile: 104 tonn. di carbone

Protezione

/

Armamento

2 cannoni da 100 mm; 6 cannoni da 70 mm; 1 mitragliatrice MG; 4 tubi lanciasiluri in coperta da 450 mm

Equipaggio

permanente effettivo: 5 + 100 uomini

Storia

Successivamente a questo cacciatorpediniere un altro, costruito a Fiume nel 1916, porterà il nome di “Triglav”, o meglio di “Ersatz Triglav” (che in italiano significa “sostituto del Triglav”). Questo secondo cacciatorpediniere sopravviverà alla guerra e sarà poi, una volta incorporato nella Regia Marina Militare italiana, ribattezzato “Grado”.
Appena entrato in servizio il “Triglav” partecipò al salvataggio dei naufraghi del piroscafo passeggeri “Baron Gautsch” e poi dei superstiti della torpediniera “26”. Dopo essere stato trasferito per breve tempo da Pola a Sebenico, fu impegnato nella primavera del 1915 nel Canale di Otranto prevalentemente come appoggio ai sommergibili “U 7” e “U 9”, quest’ ultimo destinato a raggiungere la Turchia, ma poi disperso in mare. Nel maggio partecipò all’ attacco su Ancona e a quello sulle Isole Tremiti, seminando poi campi minati di fronte al promontorio del Gargano e trainando nella loro base di operazioni, Sebenico, i sommergibili “U 25” e “U 26”. Attaccò successivamente di nuovo le coste italiane e l’ isola di Pelagosa. Nel novembre 1915 affondò al largo di Brindisi il veliero italiano “Kalmara”.
Il 29 dicembre attaccò Durazzo penetrando sin nel porto per aiutare il cacciatorpediniere “Lika” che era stato colpito da una mina, ma venendo a sua volta colpito alle 8 del mattino da un’ altra esplosione che causò dieci morti e tre feriti a bordo. Il cacciatorpediniere rimase tuttavia a galla. Ma i tentativi di rimorchiarlo effettuati dai cacciatorpediniere “Tatra” e “Balaton” fallirono e le due navi della k.u.k. Kriegsmarine dovettero ritirarsi a causa del rischio di attacchi aerei e dell’ avvicinarsi di navi da guerra nemiche. Dopo che la strumentazione di bordo e le attrezzature di maggior valore erano state trasferite, il “Triglav” affondò lentamente verso le 13:30 colpito dai colpi dei sopravvenuti cacciatorpediniere francesi.