Significato del nome
Combattente (ma anche litigante).
Unità gemelle
Huszár, Ulan, Wildfang, Scharfschütze, Uskoke, Turul, Pandur, Csikos, Reka, Velebit, Huszár II, Warasdiner
Cantiere di costruzione
Trieste, Stabilimento Tecnico Triestino, Cantiere San Marco; progetto: Yarrow Poplar; impostazione: 30.10.1905; varo: 16.6.1906; completamento: 30.12.1906; ingresso in servizio: 1.1.1907; costo complessivo: 1.568.521 corone
Dislocamento
389,41 tonn., 420 tonn. ad allestimento completato
Dimensioni
lunghezza al galleggiamento: 67,13 m; unghezza fuori tutto: 68,39 m; larghezza: 6,26 m; immersione: 1,78
Propulsione
2 motrici a 4 cilindri verticali a triplice espansione, costruite nello Stabilmento Tecnico Triestino Sant’ Andrea; 4 caldaie Yarrow; 2 eliche del diametro di 2,06 m a 3 pale; potenza: 6.000 Hp
Velocità
27,64 nodi; autonomia: 500 miglia a 28 nodi; combustibile: 90,6 tonn. di carbone
Protezione
/
Armamento
- nel 1907: 1 cannone Skoda da 70 mm; 7 cannoni a tiro rapido Skoda da 47 mm; 2 tubi lanciasiluri da 450 mm; 4 siluri
- nel 1913: 1 cannone da 70 mm; 5 cannoni da 70 mm; 2 tubi lanciasiluri da 450 mm; 4 siluri
- dal 1915: in aggiunta 1 mitragliatrice MG
Equipaggio
permanente effettivo: 4 + 61 uomini nel 1907
Storia
Il cacciatorpediniere “Streiter” fu la seconda nave della k.u.k. Kriegsmarine ad essere battezzata con questo nome. Lo aveva preceduto una cannoniera corazzata varata al Cantiere San Marco di Trieste nel 1861.
Appena entrato in servizio nella primavera 1907, lo “Streiter” fu inviato a svolgere una crociera di addestramento nel Mediterraneo Orientale spingendosi sino a Beirut. Rimase poi nella Riserva sino al 1912 quando raggiunse varie isole del Mare Egeo.
Nell’ agosto 1914 era, insieme all’ incrociatore “Szigetvár”, davanti ad Antivari e poi davanti alle coste del Montenegro a contribuire al blocco navale e a bombardare le fortificazioni, nel settembre insieme alla corazzata “Monarch”. Nel febbraio 1915 lo “Streiter” attaccò un piroscafo e due barconi montenegrini e bombardò la batteria di San Ilija.
Fu poi spostato a posare mine a difesa del porto di Trieste e successivamente impegnato verso le coste italiane dove fu attaccato, senza essere colpito, da un sommergibile italiano. Nel 1916 bombardò la costa italiana presso Giulianova colpendo la linea ferroviaria e le fabbriche. Fu prima trasferito alle Bocche di Cattaro, poi a Pola e infine a Trieste compiendo nel complesso dell’ anno 31 scorte a convogli, 4 ricerche di campi minati e 9 operazioni di supporto ad attacchi aerei.
Questo tipo di attività proseguì nel 1918, sino al 16 aprile, quando entrò in collisione con il piroscafo “Petka”, affondando ad un miglio dalla costa. L’ equipaggio, salvo quattro marinai caduti, fu messo in salvo dal piroscafo investitore e sbarcato a Fiume.