Significato del nome
L’ isola sul Danubio, situata a sud di Budapest, nota per le sue industrie pesanti.
Unità gemelle
Tatra, Balaton, Lika, Triglav, Orjen
Cantiere di costruzione
Fiume-Porto Re, Cantiere Ganz & Co. Danubius; impostazione: 9.1.1912; varo: 30.12.1912; completamento: 29.12.1913; ingresso in servizio: 4.8.1914; costo complessivo: circa 3.000.000 corone
Dislocamento
850 tonn., 1.050 tonn. ad allestimento completato
Dimensioni
lunghezza fra le perpendicolari: 80,70 m; lunghezza fuori tutto: 83,50 m; lunghezza fuori tutto con la nuova poppa: 85,28 m; larghezza: 7,80 m; immersione: 2,42 m (3,20 m ad allestimento completato)
Propulsione
2 turbine AEG-Curtis Skoda; 2 eliche del diametro di 2,40 m; potenza 20.560 Hp
Velocità
32,59 nodi; combustibile: nafta
Protezione
/
Armamento
2 cannoni da 100 mm; 6 cannoni da 70 mm; 4 tubi lanciasiluri da 450 mm binati in coperta
Equipaggio
permanente effettivo: 5 + 100 uomini
Storia
Cacciatorpediniere dotato di castello di prua, quattro camini ovali di cui i due centrali più grandi, due alberi molto alti per ottenere una maggior portata delle antenne radio installate, il “Csepel”, appena entrato in servizio, il 7 agosto 1914, usciva da Pola per incontrare e scortare l’ incrociatore tedesco “Goeben”. Il 13 dello stesso mese venne inviato in soccorso dell’ equipaggio del piroscafo “Baron Gautsch”, che era saltato su di una mina al largo dell’ isola di Brioni.
Seguirono missioni in Adriatico prima della visita a bordo dell’ Arciduca Karl il 23 ottobre, in occasione della avvenuta installazione di una mitragliatrice MG da 88 millimetri. Il 28 dello stesso mese venne assegnato al servizio nella stazione di Sebenico da cui salpò per azioni di avvistamento nel Canale di Otranto e per il bombardamento della stazione ferroviaria di Manfredonia, avvenuto il 24 maggio 1915. In questa occasione ebbe un breve scontro a fuoco con il cacciatorpediniere italiano “Turbine” dal quale ricevette danni leggeri alle sovrastrutture: tre marinai del “Csepel” furono feriti.
Il 5 luglio venne utilizzato come posamine vicino alle coste italiane. Il 29 dicembre 1915 dirigendosi verso Durazzo con l’ incrociatore Helgoland, affondò il sommergibile francese “Monge” e ne recuperò i naufraghi. Nel tentativo di rimorchiare il cacciatorpediniere “Triglav”, saltato su una mina davanti a Durazzo, perse un’ elica su di una secca e, benchè rallentato a 28 nodi di velocità, riuscì comunque ad eludere la caccia italiana rientrando a Sebenico il 30 dicembre 1915.
Il 16 gennaio 1916 entrò in cantiere a Pola. Il 26, ritornato operativo, mentre era davanti a Durazzo per un’ azione di bombardamento unitamente all’ incrociatore “Novara”, entrò in collisione con il cacciatorpediniere “Orjen”. Dopo le riparazioni, il 4 maggio 1916 il “Csepel” operò di supporto ad un bombardamento aereo su Brindisi. A dieci miglia al largo della città venne colpito dal siluro del sommergibile francese “Bernoulli”. L’ esplosione asportò la poppa del cacciatorpediniere sino alla sala macchine, uccidendo 13 marinai e ferendone 9. Nonostante il grave danno subito, la nave teneva il mare e fu così rimorchiata prima alle Bocche di Cattaro e poi, il 13 maggio, a Fiume dal piroscafo “Meran”. Il 3 giugno entrava in cantiere a Porto Re per le riparazioni.
Ricostruita la poppa, il 6 agosto venne rimesso in mare ed il 29 terminò l’ allestimento. Venne installato a bordo l’ apparato fumogeno. Per tutto il resto del 1916 e sino al 1917 il “Csepel” operò in azioni di pattuglia nel Canale d’ Otranto, poi il 14 maggio con il gemello “Balaton” contro Saseno, in attacchi ai convogli italiani, supporto ai bombardamenti aerei sulle città costiere adriatiche e scorta alle unità più grandi. Il 15 maggio 1917 davanti alla costa albanese ebbe uno scontro a fuoco notturno con il cacciatorpediniere italiano “Borea” che in seguito affondò. In questa occasione il “Csepel” silurò e affondò il piroscafo italiano “Carroccio” di 1.657 tonnellate e partecipò al cannoneggiamento ed affondamento di altri due piroscafi del convoglio italiano.
Era sulla via del ritorno quando si scontrò con una squadra composta da incrociatori britannici e cacciatorpediniere italiani. Un colpo sparato dal “Csepel” raggiunse l’ incrociatore italiano “Aquila” nel locale caldaie, immobilizzando la nave.
Seguirono nuove azioni nel Canale d’ Otranto sino al 1° febbraio 1918 quando, mentre la nave era alla fonda nelle Bocche di Cattaro, l’ equipaggio si ammutinò chiudendo capitano ed ufficiali in sala macchine. Stroncato l’ ammutinamento il giorno dopo il “Csepel” partì per Pola dove l’ equipaggio fu interamente sostituito. Riprese a svolgere compiti di avviso, scorta ed assistenza ai sommergibili.
Il 4 novembre 1918, il giorno seguente all’ armistizio, il “Csepel” si trovava ormeggiato a Pola. Il 24 marzo 1919 venne portato a Venezia e, assegnato all’ Italia nel 1920, il 27 settembre fu incorporato nella Regia Marina Italiana con il nome di “Muggia”. Dal 10 marzo 1927 venne impiegato nella stazione italiana a Shanghai per missioni lungo la costa cinese. Il 25 marzo 1929 davanti alle Finger Rocks nei pressi di Amoy un tifone (o forse un banco di nebbia) lo fece arenare presso la riva. Apertesi grosse falle nello scafo, la nave affondò. L’ equipaggio venne salvato da un piroscafo giapponese.