Durante la prima guerra mondiale l’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine utilizzò nel complesso 591 apparecchi. Di questi 304 furono persi durante il conflitto, di cui 74 in azione, 127 in incidenti e 103 furono resi inservibili.
L’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine che, all’inizio della guerra, comprendeva pochi apparecchi, alla fine del 1918 contava ancora 266 velivoli, nonostante l’enorme crisi industriale in cui su dibatteva la monarchia asburgica.
Nel complesso, durante l’intera prima guerra mondiale, l’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine ricevette la fornitura effettiva di 583 velivoli, così suddivisi: 18 idrovolanti di “Tipo E”, 2 idrovolanti di “Tipo M”, 105 idrovolanti di “Tipo L”, 38 idrovolanti di “Tipo S”, 12 idrovolanti di “Tipo G”; 98 idrovolanti di “Tipo K”; 128 idrovolanti di “Tipo KG”; 103 idrovolanti di “Tipo A”, 7 caccia Fokker A III, 27 idrovolanti di “Tipo R”, 2 idrovolanti di “Tipo F”, 3 idrovolanti di “Tipo T” e 30 idrovolanti di “Tipo J”.
Al di là della complessa classificazione dei vari tipi di idrovolanti, di fatto l’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine utilizzò fondamentalmente tre tipi di idrovolanti: il “Lohner L” nelle su varie versioni, sino al 1916, l’ “Hansa-Brandenburg CC” e successivamente l’ “Hansa-Brandenburg W. 18” negli ultimi due anni del conflitto.
L’ “Hansa-Brandenburg CC” era un idrocaccia monoposto biplano sviluppato dall’azienda tedesca Hansa und Brandenburgische Flugzeugwerke GmbH che fu prodotto, oltre che dalla stessa, su licenza, anche dall’industria austro-ungarica Phönix Flugzeugwerke nel corso degli ultimi anni della prima guerra mondiale. Impiegato principalmente dai reparti aeronautici della k.u.k. Kriegsmarine, venne utilizzato anche dalla Kaiserliche Marine tedesca.
L’ “Hansa-Brandenburg CC” aveva una lunghezza di 7,65 metri, una apertura alare superiore di 9,3 metri e inferiore di 8,74 metri, un’altezza di 3,2 metri. La superficie alare era di 26,5 m², il carico alare di 38,8 kg/m², il peso a vuoto con motore Austro-Daimler, della potenza di 185 CV, era di 716 chilogrammi, con motore Hiero 6, della potenza di 200 CV, era di 800 chilogrammi. Il peso a pieno carico di 1 030 chilogrammi. Le prestazioni erano ovviamente diverse a seconda del motore montato. Con il motore “Austro-Daimler” la velocità massima era di 170 chilometri orari, la velocità di salita di 5 minuti per raggiungere i 1.000 metri e di 11,2 minuti per raggiungere i 2.000 metri di quota, l’autonomia era di 3 ore e 30 minuti, pari indicativamente a 500 chilometri, la tangenza era di 4.000 metri. Con il motore “Hiero 6” la velocità massima era di 180 chilometri orari, la velocità di salita di 4 minuti per raggiungere i 1.000 metri e di 16 minuti per raggiungere i 3.000 metri di quota, l’autonomia era di 3 ore e la tangenza di 4.300 metri. La struttura era in legno ricoperta da pannelli in compensato per la fusoliera e in tela per le ali.
Nella versione predisposta dall’Austro-Daimler l’armamento era rappresentato da 1 mitragliatrice Schwarzlose M 07/12 del calibro di 8 millimetri. Un’arma di tipo analogo era montata nella versione con motore Hiero 6. Nelle versioni successive prodotte per la k.u.k. Kriegsmarine le mitragliatrici divennero 2, montate su di un tubo d’acciaio trasversale all’interno della porzione anteriore della cabina di guida.
Nel 1916 Ernst Heinkel, allora direttore dell’Ufficio Tecnico della Hansa und Brandenburgische Flugzeugwerke, ideò una rivoluzionaria soluzione tecnica per la controventatura delle ali nei velivoli a velatura biplana: l’insolita struttura, che aveva il compito di collegare l’ala superiore a quella inferiore, era costruita unendo, per ciascuna coppia di semiali, quattro sottostrutture a “V”, realizzate in tubi d’ acciaio saldati ed uniti tra loro al centro dello spazio tra le due semiali, a formare una “stella”. La soluzione, nelle intenzioni del progettista, doveva garantire una maggiore penetrazione aerodinamica grazie all’eliminazione dei tiranti in cavetto d’acciaio, offrendo inoltre, al prezzo di un maggior peso complessivo, una maggiore robustezza rispetto alla soluzione tradizionale con montanti e cavi di rinforzo.
La Kaiserliche Marine (Marina Imperiale Tedesca) si dichiarò interessata a questa soluzione e, nella speranza di disporre di un velivolo che risultasse superiore nelle prestazioni rispetto ai modelli avversari, emise un ordine per valutare un singolo prototipo di questo nuovo idrovolante da caccia, al fine di equipaggiare i propri reparti. Heinkel quindi diede inizio allo sviluppo del CC, dove “CC” si riferiva all’imprenditore triestino Camillo Castiglioni, il referente viennese dell’azienda Hansa-Brandenburg.
Il prototipo, numero di serie 946, ordinato nel maggio 1916, venne presentato al personale militare della Kaiserliche Marine appena nel corso del febbraio 1917 presso la base di Warnemünde. Era alimentato da un motore Bz.III da 150 HP ed armato con una mitragliatrice Spandau montata centralmente. Non è chiaro però se, in questo frangente, la valutazione fu coronata dal successo. Alcune fonti affermano che non fu apprezzato dal personale della marina militare imperiale tedesca, che lo valutò inadatto ad operare nel Mare del Nord. Non vi sono fonti concordi nè sull’ordine emesso dalle autorità militari nè sulla quantità di esemplari forniti successivamente.
Castiglioni tuttavia propose il modello all’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine che stava cercando un modello idoneo ad operare nelle missioni sulla laguna di Venezia e nell’Adriatico ed aveva la necessità di sostituire i “Lohner L” che erano stati superati nelle prestazioni dai Macchi e dei Nieuport italiani, contro i quali gli “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC” si ben comportarono, sfruttando il leggero vantaggio in velocità per compensare la loro minore manovrabilità.
Un “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC” venne quindi consegnato alla Stazione Navale di Trieste dove, il 6 ottobre 1916, una versione equipaggiata con un motore Austro-Daimler da 185 CV venne testata dal tenente di vascello triestino Gottfried von Banfield, che ne risultò entusiasta. “L’Aquila di Trieste” (“Der Adler von Triest”), come fu chiamato durante la guerra per i suoi numerosi successi in duelli aerei, Gottfried von Banfield, dichiarò in seguito che si trattava del miglior idrocaccia che avesse mai pilotato, e ne fece il suo aereo personale con l’identificativo “A12” dipinto sullo scafo.
L’Aviazione della k.u.k. Kriegsmarine, il 21 ottobre successivo, emise un primo ordine per 12 idrovolanti “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC”, che battezzò come “Phönix A”. Si trattava della serie da “A 13” ad “A 24”, che doveva essere equipaggiata con motori Hiero 6 da 180 HP, anche se gli esemplari da “A 14” ad “A 17” ricevettero la versione del motore da 160 HP.
A questo primo ordinativo ne seguì un secondo in data 1º novembre 1916 per altre 24 unità, da “A 25” ad “A 48”, motorizzate questa volta con il motore Hiero da 200 HP. Alcuni dei velivoli di questo secondo gruppo, dal “A 31” all’ “A 48”, incorporavano delle modifiche ideate per venire incontro alle esigenze specifiche della k.u.k Kriegsmarine. Nel complesso i dati di produzione per la classe “Phönix A” furono le seguenti: 6 esemplari nel 1916, 64 esemplari nel 1917 e 65 esemplari nel 1918 per un totale di 135 idrovolanti.
L’ “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC” era un idrovolante dall’aspetto, per la sua epoca, convenzionale: presentava una cellula monoposto con configurazione a scafo centrale abbinato ad una velatura biplana e motore collocato in posizione spingente. La configurazione alare era biplano-sesquiplana, caratterizzata cioè dall’ala inferiore, posizionata alta sullo scafo, di apertura leggermente minore della superiore, posizionata a parasole, longitudinalmente sovrapposte e collegate tra loro dal caratteristico complesso di montanti “a stella” già sperimentato da Heinkel nel modello “terrestre”. Il motore era posizionato tra le due ali, in un’incastellatura in configurazione spingente; motore che variò, sia come fornitura che come potenza espressa, in base all’azienda costruttrice ma sempre con la stessa architettura, 6 cilindri in linea raffreddati a liquido, accoppiati ad un’elica bipala in legno a passo fisso.
Nel corso della vita operativa dell’ “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC”, lo stesso subì alcune modifiche: la fusoliera venne allungata in modo da migliorare la stabilità intorno all’asse verticale, venne eliminato l’originale scalamento delle ali e vennero introdotte strutture di rinforzo aggiuntive tra le ali per moderare alcune pericolose vibrazioni. Su di un esemplare, l’ ”A 45”, venne sperimentata l’aggiunta di una terza ala, a metà altezza tra l’inferiore e la superiore. Collaudato nel maggio 1917, l’aereo fece rilevare un miglioramento delle prestazioni in termini di velocità di salita, ma a causa dell’aumento della resistenza aerodinamica e del peso la velocità massima diminuì significativamente. La modifica eseguita in via sperimentale non ebbe seguito su altri esemplari e l’ “A 45” precipitò vicino a Trieste il 19 settembre 1917.
Il primo dei “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC” entrati in servizio nella k.u.k. Kriegsmarine fu consegnato il 16 dicembre 1916 a Trieste. In seguito, tra l’estate e l’autunno 1917, i nuovi idrovolanti furono posti a disposizione anche delle stazioni costiere dell’Alto Adriatico di Pola e di Parenzo e di quelle del Basso Adriatico di Kumbor, alle Bocche di Cattaro e di Durazzo.
L’introduzione del più moderno “Hansa-Brandenburg W 18”, alla fine del 1917, relegò questo modello ad incarichi minori anche se l’ultima missione in prima linea di un “Hansa-Brandenburg (Phönix) CC” risale all’inizio del giugno 1918.
L’idrovolante Hansa-Brandenburg (Phönix) CC

