Gottfried Freiherr von Banfield, o Goffredo barone de Banfield, nacque il 6 febbraio 1890 a Castelnuovo, località delle Bocche di Cattaro, il territorio più meridionale dell’allora duplice monarchia austro-ungarica, nella Dalmazia meridionale.
Fu, per numero di vittorie ottenute, il più grande pilota di idrovolanti della k.u.k. Kriegsmarine della prima guerra mondiale e uno dei più grandi della monarchia asburgica in assoluto.
Soprannominato “Der Adler von Triest” (“L’aquila di Trieste”), era di antica famiglia normanna, poi divenuta irlandese: i primi Banfield li troviamo infatti a Lion Castle, nella Contea di Cork, attorno alla seconda metà del XVII secolo. William Banfield nacque nel 1683 e morì nel 1751, lasciando una successione di capifamiglia che portavano i nomi di Peter, Richard e Thomas Collin, ”famigerato donnaiolo”, come viene ricordato ancora oggi dai discendenti. Thomas vide i natali nei primi anni dell’Ottocento, e fu il primo Banfield dell’era moderna a seguire i destini dell’Europa in mutamento.
All’indomani del Congresso di Vienna, nel 1815, Thomas Collin Banfield lasciò l’Irlanda e, su specifica richiesta di Ludovico I° di Baviera, si recò a Monaco, con l’incarico di insegnante di inglese e precettore della casa reale.
Thomas Collin sposò nel 1853, nella chiesa di Santo Stefano a Vienna, la nobile austriaca Josephine von Frech: dalla loro unione nacquero nove figli, il maggiore dei quali portò il nome di Richard Mitis Banfield e fu il padre di Gottfried. Nonostante il padre fosse fedele alla Corona britannica, Richard entrò come ufficiale nella k.u.k. Kriegsmarine, dopo aver frequentato l’Imperial Regia Accademia di Venezia.
Fu ufficiale di artiglieria sulla corazzata “Ferdinand Max” nella battaglia di Lissa, nel 1866, fianco a fianco con l’ammiraglio Tegetthoff: in quella occasione si guadagnò l’onorificenza “Signum Laudis”. Successivamente fu comandante del Presidio di Castelnuovo, alle Bocche di Cattaro e infine direttore di armamento nell’Arsenale di Pola. Ma prima Richard Banfield si era sposato – nella chiesa di Barcola a Trieste – con la baronessa Nathalie Mumb von Muhlheim, figlia del comandante del 14° Imperial Regio Reggimento di Fanteria, caduto a Solferino, e che prima del matrimonio aveva abitato nel Castelletto di Miramar con lo zio, direttore dei lavori per la costruzione del castello voluto dall’arciduca Massimiliano, fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe..
Il 6 febbraio del 1890, a Castelnuovo, la baronessa Nathalie diede alla luce Gottfried, ultimo di cinque fratelli. Ragazzino vivace e irrequieto, Gottfried, trasferitosi con la famiglia a Pola già nel 1892, frequentò le scuole elementari alla Scuola della Marina di Pola, le medie alla Scuola Militare (Militär Unterrealschule) di Sankt Polten, nella bassa Austria, quindi si iscrisse all’Accademia Navale (Marine-Akademie) di Fiume. Mentre il padre mantenne la cittadinanza britannica, Gottfried, raggiunta la maggiore età, optò per la cittadinanza austriaca.
Fu promosso cadetto di 2ª Classe il 17 giugno 1909. Nel 1910, dopo l’Accademia, frequentò il corso ufficiali a Pola, si imbarcò prima sulla corazzata “Árpád”, poi, come cadetto di 1ª Classe sulla corazzata “Erzherzog Friedrich” e sulla vecchia cannoniera corazzata “Custozza” (o “Custoza“) e infine, nominato ufficiale della k.u.k. Kriegsmarine, dopo il corso del 1910-1911, come alfiere di marina sulla corazzata ”Erzherzog Franz Ferdinand”.
Il 1° maggio 1912 fu promosso tenente di fregata, un mese dopo frequentò il corso per diventare pilota presso la scuola di volo di Wiener Neustadt e nello stesso anno, nel mese di agosto, ottenne la licenza di volo. Migliorerà poi le sue capacità aviatorie mentre era di stanza alla stazione degli idrovolanti sull’isola di Santa Caterina, al largo di Pola.
Come scriverà nelle sue memorie, nel libro autobiografico intitolato “L’Aquila di Trieste”, Gottfried von Banfield era affascinato dal volo umano. Coronò il suo sogno quando, nel giugno 1912, appena dopo aver ottenuto il comando del rimorchiatore della k.u.k. Kriegsmarine ”Hippos”, venne inviato alla Società Velivoli a Motore di Wiener Neustadt per ricevere un’istruzione da pilota.
Qui, tra gli allievi della nascente aviazione, trovò anche i suoi fratelli Karl e Ferdinand. In breve Gottfried von Banfield prese i brevetti di pilota, pilota militare e pilota di idrovolanti, si appassionò alle tecniche di costruzione dei velivoli, partecipò all’acquisizione da parte dell’Aviazione austro-ungarica di apparecchi come i Donnet-Lévecque. Sempre nel 1912 fu inviato per un corso di perfezionamento in Francia presso la scuola piloti di Donnet-Lévèque dove i corsi erano tenuti dal tenente di vascello Jean-Louis Conneau, un pilota capo squadriglia, molto famoso in quei tempi per aver vinto molte competizioni sotto lo pseudonimo di André Beaumont.
Il 28 marzo 1913, durante un volo dimostrativo per l’Arciduca principe ereditario Franz Ferdinand (Francesco Ferdinando), di ritorno verso Pola, il motore si spense. Gottfried von Banfield tentò l’ammaraggio, ma il mare era mosso e la manovra non riuscì del tutto: due longheroni dell’aereo si ruppero e spezzarono la gamba destra del pilota.
Soccorso e portato a Pola, all’inizio si temette dovesse perdere la gamba. Venne sottoposto a una serie di interventi chirurgici, trascorse sedici mesi in convalescenza, rischiò di essere trasferito all’aviazione civile, poi tornò in servizio alla stazione idrovolanti. L’incidente lo lasciò claudicante a vita, circostanza che non gli impedì di primeggiare nei suoi sport preferiti, tra cui il tennis.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Gottfried von Banfield partì dalla stazione di idrovolanti di Kumbor, alle Bocche di Cattaro, per essere impiegato in azioni di ricognizione e perlustrazione con la corazzata “Zrinyi”, come pilota dell’idrovolante “E 21”. Prese parte alla prima azione aerea della k.u.k. Kriegsmarine contro le pendici del Lovcen, in Montenegro. Bombardò, a più riprese, Antivari. In seguito fu pilota collaudatore e addestratore alla base di Santa Caterina a Pola.
Lo scoppio della prima guerra mondiale aveva trovato Gottfried von Banfield in piena forma a bordo del suo idrovolante Lohner “L 47”, con il quale nel luglio del 1915 ingaggiò il suo primo duello con un biplano Nieuport nello spicchio di cielo fra Isonzo e Tagliamento.
Dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, fu incaricato di supervisionare e dirigere i lavori di costruzione di una base di idrovolanti a Trieste, situata vicino all’Arsenale del LLoyd Austriaco, nel Vallone di Muggia, a soli 29 chilometri dalla base italiana di Grado, da cui operare sul bacino settentrionale dell’Adriatico e sino in Veneto.
Al termine dei lavori, fu nominato Comandante della base e mantenne questo incarico fino alla fine della guerra.
Gottfried von Banfield fu tra i più abili piloti della k.u.k. Kriegsmarine, riportò 9 vittorie comprovate e 11 non comprovate ottenendo il sesto posto tra i migliori assi dell’aviazione austro-ungarica. Le vittorie non comprovate si spiegano col fatto che molte missioni e molti duelli aerei si svolsero sul Mar Adriatico. Banfield fu, tra l’altro, il primo pilota ad ottenere una vittoria in una missione notturna.
Il suo idrovolante, che era dipinto di blu, era noto appunto come “Uccello Blu”. In Italia, chissà perchè, era conosciuto come “Drago Rosso”. Partecipò anche ad una breve spedizione militare di sopporto in Turchia, paese alleato della monarchia austro-ungarica, dove fu insignito della Mezzaluna di Ferro ottomana, per i compiti svolti nella Osmanlı tayyare bölükleri, l’Aeronautica militare ottomana.
Fra le sue varie vittorie, il 23 giugno 1916, con un idrovolante Lohner del tipo “M”, fece precipitare in fiamme un idrovolante francese Fba; il 24 giugno abbatté un Macchi italiano; il 1º agosto ebbe la meglio su un bombardiere italiano Caproni e si ripetè il 6 agosto, poi, il 15 agosto 1916, sempre con il Lohner abbatté un idrovolante francese Fba. Le sue ultime vittorie confermate arrivarono il 3 dicembre 1916, quando con un altro idrovolante, l’Hansa-Brandenburg CC “A 12”, abbatté un terzo bombardiere Caproni Ca 1 e il 31 maggio 1917, quando con un Oeffag tipo “H”, uscì vincitore dal duello con un idrovolante italiano.
Per i suoi successi militari fu insignito, dall’Imperatore Carlo I., unitamente a soli 24 altri militari, e unico tra i piloti austro-ungarici, dell’Ordine di Maria Teresa. A seguito del conferimento di questa onorificenza, fu nominato, nel 1917, Barone.
Nel corso della guerra venne ferito due volte. La prima, sopra Capodistria, fu colpito alla gamba da una pallottola al fosforo sparata dal MAS di Luigi Rizzo, il nemico che poi incontrerà nuovamente, in veste di amico, anni dopo.
La seconda volta, nel 1918, venne centrato da un aereo italiano durante un duello. A Trieste Gottfried von Banfield divenne ben presto una autentica star: bello e audace, era adorato dalle donne, al punto che le ”venderigole” (le venditrici) di frutta, fiori e ortaggi di Piazza Ponterosso, la più autentica espressione del popolo triestino, promossero una colletta e gli regalarono un serto d’argento. Nonostante gli innumerevoli riconoscimenti ricevuti, ebbe più volte a dire che quello più importante fu “un serto di alloro in argento” sotto vetro che le popolane di Trieste fecero preparare con una colletta privata per offrirlo al “custode di Trieste”.
De Banfield ricevette le seguenti onorificenze austriache: Cavaliere dell’Ordine Militare di Maria Teresa, per mano dell’Imperatore Karl I. (Carlo I) presso Villa Wartholz, il 17 agosto 1917; Grande Medaglia al Valor Militare con Nastro di Croce al Merito Militare, consegnata il 18 agosto 1916, dall’Imperatore Franz Joseph (Francesco Giuseppe) presso il Castello di Schönbrunn; Croce di Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Leopoldo con decorazione di guerra e spade; Ordine della Corona ferrea di IIIª classe con decorazione di guerra e spade; Medaglia d’Onore al Valor Militare in Oro, per ufficiali; Medaglia d’Onore al Valor Militare di Iª classe in Argento, per ufficiali; Croce al Merito Militare di IIIª Classe con decorazione di guerra e spade; Medaglia d’Argento al Merito Militare “Signum Laudis” con spade; Medaglia di Bronzo al Merito Militare “Signum Laudis” con spade; Croce per la Truppa di Carlo; Medaglia ai Feriti di guerra (per la prima ferita); Croce d’Onore del 1912-1913.
Fra le onorificenze straniere: Croce di Ferro di Iª classe; Croce di Ferro di IIª classe; Mezzaluna di Ferro ottomana; Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore francese, in quanto fu, nel secondo dopoguerra, per svariati anni console onorario francese a Trieste.
Si narra che durante un combattimento aereo la mitragliatrice dell’aviatore italiano Francesco Baracca, si inceppasse. De Banfield comprese subito la situazione e da gran signore, fatto un gesto di saluto a Baracca, si allontanò con il suo aereo. Anche se nella sua biografia egli racconta che non si affrontarono perchè era il 1° gennaio, giorno di festa per i cristiani.
Finita la guerra, il 5 gennaio 1921, Gottfried de Banfield si sposò, a Londra, con quella che era ritenuta la ragazza più bella di Trieste, Maria Tripcovich, conquistata con un giro in aereo sulla città. Il fidanzamento ufficiale era avvenuto il 3 novembre 1918.
In una Trieste allo sbando, Gottfried von Banfield attese l’arrivo delle truppe italiane e si consegnò loro. Ma venne incarcerato con l’accusa di aver venduto la base aeronavale di Trieste alla Jugoslavia e, nel 1919, espulso dall’Italia.
Nelle sue memorie ricorda di essere stato arrestato, senza poter sapere di cosa era accusato e senza poter parlare con un avvocato. Ricorda di essere stato liberato per l’interessamento del console britannico, visto che la sua famiglia era di origine irlandese. “Altrimenti – osserva – forse sarei scomparso anche io, come tanti altri”. Sembra che anche la Santa Sede sia intervenuta per ottenere la sua liberazione.
Si trasferì in un primo tempo a Vienna. Lavorò come meccanico alla Austro Daimler e nel 1920 alla Škoda a Smihov presso Praga.
Dopo il matrimonio con Maria Tripcovich, celebrato a Londra, Gottfried von Banfield, dopo aver ripreso la cittadinanza britannica, entrò, grazie all’influenza della famiglia della moglie, come disegnatore nei cantieri Lith & Co. di Port Glasgow, poi si trasferì a Newcastle on Tyne e per due anni fu impiegato presso il cantiere di riparazioni navali Smiths Dock.
Anche grazie all’intercessione dell’ex nemico Luigi Rizzo, nel 1923 poté finalmente tornare a Trieste dove assunse l’incarico di guidare la sezione “Recuperi, Rimorchi e Salvataggi” della impresa Tripcovich, divenendo cittadino italiano nel 1926.
Alla morte del genero diventò il Direttore della Società Armatrice Diodato Tripcovich e Consorte. riorganizzò il lavoro di recupero navale e operò, fruttuosamente, nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano negli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Tra l’altro, nel secondo dopoguerra, la sua impresa rese nuovamente navigabile il Canale di Suez, dopo la guerra tra Egitto e Israele.
Della sua città scrisse: ”[….] Trieste è come un uomo che si ubriaca per sognare un futuro più roseo e poi si sveglia il giorno dopo ed i sogni non si sono realizzati… Sfumata l’ebbrezza della vittoria italiana, la Trieste diventata grande per ragioni economiche è stata frustrata dalla politica.”
Si narra che usasse festeggiare a casa, ogni 20 luglio, l’anniversario della vittoria della Marina austriaca su quella italiana, a Lissa.
In realtà le sue memorie riportano più genericamente che era “ uso festeggiare con alcuni amici” l’anniversario. La sostanza è identica.
Ebbe due figli: Raffaello, nato nel 1922, e Maria Luisa, nata nel 1927.
Gottfried von Banfield morì nella sua villa di Gretta nel 1986, salutato dall’intera Trieste come uno dei suoi figli più grandi. Il giorno del suo funerale, svoltosi nella più grande chiesa di Trieste, quella di Sant’Antonio Taumaturgo, un lungo e corale suono di sirena di ogni nave presente nel porto lo salutò.
Fu sepolto nella tomba di famiglia dei Tripcovich.
Era l’ultimo Cavaliere di Maria Teresa ancora in vita. A Duino/Devin, una frazione del Comune di Aurisina, vicino a Trieste, una piazzetta porta il suo nome. In suo onore il viale principale della Theresianischen Militärakademie a Wiener Neustadt, dal 1990 venne denominato “Alee Banfield” (“Viale Banfield”). Nell’Accademia si trova la “Sala dei Cavalieri”, con i ritratti di tutti gli insigniti dell’Ordine Militare di Maria Teresa, che viene aperta solo una volta all’anno.